La sfida delle città americane e l’ascesa del software Flow

Negli Stati Uniti, si sta svolgendo una gara molto interessante, patrocinata direttamente dal governo: la Smart City Challenge. Questa competizione prevede che alcune città statunitensi si mettano alla prova, presentando piani innovativi per la riduzione del traffico e lo sviluppo del trasporto pubblico: la città vincitrice (al momento, le finaliste sono Austin, San Francisco, Columbus, Kansas City, Portland, Denver e Pittsburgh) otterrà un contributo di 40 milioni di dollari, 100 hub (cioè strumenti in grado di ricevere e comunicare informazioni all’interno di una rete) per il wi-fi pubblico (da utilizzare per monitorare la situazione sulle strade) e l’introduzione della piattaforma software Flow, attualmente in fase di sviluppo.

Ma che cos’è Flow?

Flow è un software sperimentale ideato, progettato e realizzato – anche se non ancora definitivamente concluso e distribuito – dalla Sidewalk Labs (una delle divisioni di Alphabet, società a cui appartiene anche Google), in collaborazione con il DOT, o Dipartimento Federale dei Trasporti statunitense.

Questa piattaforma ha come obiettivo il sensibile miglioramento del traffico cittadino, con una riduzione degli imbottigliamenti ed un supporto a tutti coloro che cercano parcheggio o hanno a che fare quotidianamente con i mezzi pubblici. Lo rivela il nome stesso del progetto: Flow può essere, infatti, tradotto con il termine flusso o corrente.

Raccogliendo in forma anonima migliaia di dati dagli smartphone ed unendoli alle informazioni derivanti da Google Maps, il software Flow è, infatti, in grado di restituire una mappa della città, segnalando eventuali problematiche, code, ritardi: in questo modo, ogni guidatore può consultare la situazione in tempo reale, la città può intervenire tempestivamente in occasione di situazioni particolarmente complesse e tutti coloro che utilizzano il trasporto pubblico possono venire istantaneamente a conoscenza dell’emergere di eventuali problemi e ritardi sulle diverse linee.
Il software sarà, probabilmente, anche in grado di inviare autonomamente messaggi di aggiornamento, consigliando percorsi alternativi, lontani dalle situazioni di blocco.

Al momento, Flow è indirizzato alle grandi città americane, per le quali saranno probabilmente previste anche forme specifiche di abbonamento, differenziate in base al genere di dati che ogni centro desidera consultare e conservare: le mappe e le informazioni saranno sicuramente utili anche in un futuro molto prossimo, quando verranno definitivamente lanciate sul mercato le auto che si guidano da sole (una su tutte, la Google Car). Avere sempre a disposizione una traccia dei cambiamenti del traffico renderà, infatti, molto più affidabili e rapidi anche gli spostamenti con questo nuovo tipo di mezzo.

E i singoli consumatori?

Il software Flow verrà probabilmente adattato anche alle esigenze di ciascun cittadino, con la pubblicazione di app specifiche acquistabili ed utilizzabili in ogni momento per controllare il traffico e pianificare itinerari alternativi, lontani dalle situazioni più congestionate e stressanti.

L’obiettivo, per ora limitato a pochi centri, è nobile e, sicuramente, molto utile: la speranza è che questo modello possa essere utilizzato con successo negli Stati Uniti, per poi essere “esportato” anche in altri paesi, risolvendo, almeno in parte, la questione traffico e limitando il più possibile i danni da imbottigliamento a persone e ambiente!