Tutto quello che c’è da sapere sulla scarificazione dell’asfalto

Tra le operazioni che vengono eseguite durante i lavori di realizzazione delle strade c’è la scarificazione dell’asfalto, che consiste nell’operazione di incisione preliminare attraverso la quale si rompe l’asfalto in superficie. La scarifica può essere eseguita anche su superfici molto ampie, come le autostrade o addirittura le piste degli aeroporti, e viene sfruttata per diversi scopi. Vi si ricorre, infatti, non solo quando si ha la necessità di livellare le superfici, ma anche per rimuovere la segnaletica stradale e per asportare dal manto stradale massicciate e sottofondi. Inoltre, la scarificazione è consigliata per la rimozione della gomma, della colla e della vernice, specialmente quando si ha a che fare con rivestimento ostici, oltre che per l’asportazione di rivestimenti da ponti.

Le macchine che vengono impiegate in tali contesti si basano sulla fresatura a freddo: in pratica, l’asfalto viene scarificato in virtù di un processo di sfregatura meccanico che viene eseguito con delle ruote meccaniche. A seconda delle esigenze, è possibile asportare un manto stradale nella sua interezza, arrivando a fresare fino a 35 centimetri di profondità, o limitarsi a scarificare uno strato di pavimentazione singolo. A volte, ci può essere la necessità di lavori di carattere estetico, meno incisivi ma non per questo meno delicati o importanti: è il caso della fresatura fine, che serve a livellare le varie irregolarità del manto stradale che si creano con il passare del tempo a causa dell’usura. Tale livellamento è molto importante anche sul piano della sicurezza, in quanto permette di aumentare le capacità di aderenza stradale.

La scarificazione è effettuata con l’ausilio di frese per asfalto, macchinari che permettono di asportare pavimentazioni in calcestruzzo o in conglomerato bituminoso con eccezionale rapidità. Operazioni di questo genere hanno lo scopo di consentire la realizzazione della base con la sagoma necessaria per poter stendere uno strato di asfalto nuovo. Uno dei vantaggi che derivano dall’asportazione a strati è costituito dalla separazione del materiale di risulta, in virtù del quale è possibile procedere al recupero selettivo dei diversi materiali che vengono asportati.

Con la scarificazione possono essere raggiunti diversi obiettivi: quella più invasiva serve a rimuovere del tutto l’asfalto, eliminando tanto la parte di superficie quanto il sottofondo, in modo tale che il manto stradale possa essere rifatto in maniera integrale. Nel caso in cui ci sia bisogno solo di un intervento di manutenzione, invece, la fresatura è di lieve entità: è ciò che avviene quando si è in presenza di un manto stradale il cui strato superficiale appare usurato in alcuni punti. In una situazione del genere, infatti, non c’è alcun bisogno di arrivare fino al sottofondo stradale, di cui viene mantenuta tutta la sostanza materiale. Una via di mezzo tra questi due interventi è quella necessaria a eliminare lo strato superficiale in calcestruzzo o in asfalto in modo integrale, senza che – invece – venga toccata la sostanza materiale del sottofondo.

I macchinari che sono impiegati per la scarificazione sono muniti di un tamburo fresante di grandi dimensioni e di un sistema convogliatore: si tratta delle cosiddette scarificatrici a carico frontale, così denominate perché il sistema convogliatore è collocato sulla parte anteriore. Il materiale di risulta, attraverso il nastro di scarico la cui altezza può essere regolata a seconda delle necessità, viene convogliato direttamente nei camion cassonati. La movimentazione è garantita da un sistema di trazione a quattro cingoli sterzanti e da un potente motore.

La scarificazione stradale è una delle attività che vengono eseguite da Tecnofrese, impresa edile che si occupa anche di stabilizzazione a calce e, in generale, di costruzioni stradali: un importante punto di riferimento nel settore soprattutto per quel che riguarda gli scavi per il movimento terra e la fibra ottica.