Il numero di telaio dell’auto è un codice fissato su una targhetta di identificazione secondo quanto stabilito dal Codice della Strada all’articolo 74. Il telaio riporta impresso in numero di identificazione, che è riprodotto in maniera tale da non poter essere alterato o cancellato. Le norme impongono di collocare il numero di identificazione e la targhetta in punti in cui siano visibili, e soprattutto in corrispondenza di parti di veicoli che non debbano essere sostituite nel tempo. Il numero di telaio dei veicoli pone le forze dell’ordine nelle condizioni di poter eseguire i controlli del caso in presenza di potenziali illeciti. Non solo: nel caso in cui un privato cittadino avesse intenzione di comprare una macchina usata, è necessario fare riferimento al numero di telaio del mezzo per verificare che esso non presenti dei pezzi rubati.
Il ricorso a sistemi di marcatura consente di riprodurre sul telaio i codici di riferimento. La legge punisce non solo l’alterazione del numero di telaio, ma anche la sua sostituzione, la sua asportazione e la sua contraffazione; più in generale, è vietata qualunque operazione che contribuisca a rendere il numero illeggibile. La pena prevista consiste in una sanzione amministrativa che può andare da un minimo di 2.500 euro a un massimo di oltre 10mila euro.
Il numero di telaio è costituito, nel complesso, da 17 caratteri: non solo numeri ma anche lettere. La prima sezione del codice, in particolare, è composta da tre lettere, che formano quello che viene definito come codice WMI: questa sigla è l’acronimo di World Manufacturer Identifier. Si tratta di tre caratteri che consentono di identificare il produttore e il luogo nel quale l’auto è stata realizzata. Se, per esempio, si ha a che fare con una vettura italiana, la prima lettera è una Z; nel caso in cui si stia parlando di una Fiat, le prime tre lettere del codice saranno ZFA. Ovviamente, se la Fiat è stata prodotta in un Paese straniero, la situazione è diversa: per una Fiat costruita in Repubblica Ceca, le prime tre lettere sarebbero TFA; per una Fiat costruita in Germania, le prime tre lettere sarebbero WFA; e così via.
Dopo le prime tre lettere, c’è un secondo blocco di caratteri che corrisponde al codice VDS, acronimo che indica la Vehicle Descriptor Section. In pratica, in un minimo di sei o un massimo di otto caratteri sono indicate alcune caratteristiche significative del veicolo, come il modello e lo stabilimento in cui esso è stato realizzato. Infine, ci sono gli ultimi caratteri (anche in questo caso, da un minimo di sei a un massimo di otto) che vanno a comporre il codice VIS, la Vehicle Identifier Section. Qui è indicato il numero di serie dell’auto; gli ultimi quattro caratteri sono sempre numeri.
In sostanza, il numero di telaio di una macchina può essere considerato come la sua carta di identità: a livello ufficiale, esso prende il nome di codice VIN. Non tutti sanno che tale codice è stato standardizzato solo all’inizio degli anni ’80 del secolo scorso, anche se la sua introduzione risale agli anni ’50. Il numero di telaio non si trova sempre nello stesso punto: in alcuni casi è inciso sul cruscotto mentre altre volte si può trovare in corrispondenza del parabrezza; non è raro che venga segnalato attraverso un adesivo attaccato al finestrino, ma molto più spesso è marcato dentro al cofano o sul motore. In qualsiasi caso, il codice in questione deve essere specificato anche sul certificato di proprietà, sulla polizza assicurativa e sul libretto di circolazione del mezzo.
Essendo un settore altamente tecnico, è importante affidarsi a professionisti con comprovata esperienza nel settore, come ad esempio Sitel MK3, che si occupa di marcatura industriale e trattamenti come quelli previsti per l’incisione dei telai delle auto; l’azienda è specializzata, inoltre, nella vendita di apparecchi di marcatura laser, fornendoci un valido supporto anche in caso di consulenza tecnica.